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maggio | 2014 | PSS – Partito Socialista Siciliano
Partito Socialista Siciliano (PSS)

Archive for 24 maggio 2014

Suona il silenzio in ricordo di Falcone

1337253918360_FalconeMEMORIA 23 maggio 2014
di Veronica Femminino
Un lungo applauso è seguito al silenzio fuori ordinanza suonato in memoria delle vittime della strage di Capaci alle 17.58 dopo la lettura da parte del presidente del Senato, Pietro Grasso, dei nomi delle vittime delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

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Il 23 maggio di 22 anni fa 500 chilogrammi di tritolo uccisero sull’autostrada A29 il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. Poco meno di due mesi dopo (il 19 luglio) un’autobomba in via D’Amelio pose fine alla vita del magistrato Paolo Borsellino, e degli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Subito dopo il silenzio è stata trasmessa in audio diffusione una delle parti più note del film “I cento passi” sulla vita di Peppino Impastato, giornalista e militante di Democrazia Proletaria ucciso dalla mafia 36 anni fa. Presenti anche le ragazze dell’associazione Libera che hanno indossato magliette con i nomi delle donne vittime di mafia, tra le quali Lea Garofalo e Graziella Campagna.

In via Notarbartolo tanti cittadini e i 15mila studenti arrivati in città con la nave della legalità, che hanno partecipato ai due Villaggi della Legalità allestiti a piazza Castelnuovo e a piazza Magione e ai due cortei, partiti dall’aula bunker e da via D’Amelio.

Tutti davanti all’”Albero”, un termine generico per indicare il ficus magnolia ‘adottato’ dalla coscienza collettiva, che si trova all’ingresso del palazzo dove il giudice abitava insieme alla moglie. Sul palco, oltre alle istituzioni e alle forze dell’ordine, anche Gianni Morandi che ha preso parte alla commemorazione. Grande l’emozione quando il cantante romagnolo ha intonato l’Inno di Mameli: “Le vite di Giovanni e Paolo – ha detto – ci insegnano che ciascuno di noi, se vuole, può essere un eroe”.

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Palermo non ha dimenticato Falcone e Borsellino, a due tra i migliori figli di questa città il debito di riconoscenza dei siciliani che desiderano un futuro diverso ma soprattutto affrancato dal malaffare, lo stesso che avevano immaginato i due coraggiosi magistrati.

da BlogSicilia <http://palermo.blogsicilia.it/partiti-i-cortei-in-ricordo-di-falcone-studenti-e-istituzioni-sotto-la-pioggia/256172/>

I socialisti chiedono una via per i Fasci siciliani

PALERMO – I socialisti siciliani hanno ricordato, con un sit-in davanti Palazzo Cefalà a Palermo, i 121 anni trascorsi dal congresso dei Fasci Siciliani e dalla fondazione del Partito Socialista Siciliano di Giuseppe De Felice Giuffrida, eventi che ebbero luogo tra il 21 ed il 22 maggio 1893 presso l’antico palazzo nobiliare in via Alloro 97. Sono intervenuti Antonio Matasso, presidente della Fondazione socialista antimafia “Carmelo Battaglia”, insieme a Franco Gioia, Ignazio Coppola, Placido Rizzotto e l’ex assessore regionale Turi Lombardo, presidente dell’associazione “Socialismo Oggi”. Durante l’iniziativa, a cui hanno partecipato anche il segretario del Fronte Nazionale Siciliano Giuseppe Scianò e Giovanni Maduli, i socialisti hanno omaggiato Salvatore Carnevale e Mauro Rostagno, chiedendo l’intitolazione di una via di Palermo ai Fasci Siciliani. Lombardo ha ribadito il rifiuto da parte dei veri socialisti siciliani di ogni ipotesi di subalternità verso Crocetta, così come nei confronti delle correnti del Pd.

da LiveSicilia <http://livesicilia.it/2014/05/22/i-socialisti-chiedono-una-via-per-ricordare-i-fasci-siciliani_491840/>

foto gruppo a fasci siciliani

Un gruppo di Socialisti e indipendentisti siciliani in Via Alloro, a Palermo, dinnanzi alla casa dove si celebrò il Congresso dei Fasci Siciliani che portò alla fondazione del Partito Socialista Siciliano

 

 

L’Europa che vogliamo

Il Partito Socialista Siciliano considera le elezioni europee del prossimo 25 maggio 2014 particolarmente importanti e come occasione per far entrare nell’agenda politica i problemi del Sud dell’Europa, al cui centro vi è la Sicilia. I socialisti siciliani auspicano che dal risultato elettorale emergano degli equilibri tra le forze di sinistra a livello continentale, di cui il Partito del Socialismo Europeo è magna pars, tali da determinare un’inversione di tendenza rispetto all’attuale modello neoliberista dell’Europa finanziaria. Per far fronte alla crisi serve un’Europa repubblicana e federale, in grado di tener testa alle istituzioni finanziarie europee e mondiali, nell’interesse dei popoli e dei lavoratori europei. Occorre quindi un Parlamento europeo che pensi seriamente a riorganizzare la Banca centrale europea in senso democratico e che valorizzi il ruolo delle assemblee elettive e delle regioni d’Europa. Solo in una forte Europa politica la questione siciliana e quella meridionale, parte di un più vasto problema mediterraneo, possono essere affrontate a livello di polica sociale europea. Ci auguriamo pertanto che le forze di sinistra in Sicilia possano essere rapprentate da parlamentari europei che pongano il problema del riequilibirio degli assetti dell’Unione europea in favore dei ceti medio-bassi e delle regioni del Sud dell’Europa. Solo un’Europa con questi connotati può garantire la libertà del popolo e dei lavoratori di Sicilia.

C’era una volta la “Sicilia felicissima…”

In breve, alcune necessità infrastrutturali che non possono essere lasciate al lassismo politico. Collegamenti veloci e recupero del patrimonio artistico tra le priorità. Le imposte di produzione delle raffinerie di oli minerali devono andare nelle casse della Regione Siciliana

Attraverso una legge-voto, approvata dall’A.R.S. ed inviata per la ratifica al Parlamento Nazionale, è stata chiesta la modifica del’art.36 dello Statuto della Regione, per mezzo della quale si dovrebbero obbligare le raffinerie di oli minerali, che operano in Sicilia, a versare nelle casse della Regione, le imposte di produzione. Le quali, secondo lo Statuto vigente, sono riservate allo Stato. Tale norma, se venisse approvata dal Parlamento Nazionale, consentirebbe un introito di svariati miliardi di euro per il depauperato bilancio siciliano. Ma significherebbe anche maggiore disponibilità economica per il rilancio dell’occupazione da parte dell’ente regionale: un’arma contro la devastante disoccupazione.

Con le suddette maggiori entrate si allontanerebbe la necessità di chiedere “contributi di solidarietà” allo Stato. Al quale, però, rimarrebbe l’obbligo di intervenire, con appositi e necessari finanziamenti, per la realizzazione delle grandi opere. Che sono tante! Va da se che non bisogna farsi sfuggire le opportunità di risorse, deliberate dalla Comunità Europea.

Ecco alcune necessità infrastrutturali.

Nel settore ferroviario, il raddoppio delle linee Palermo-Messina- Catania-Siracusa rimane la grande incompiuta; ma non dimentichiamo la linea Catania- Palermo e la velocizzazione della Agrigento-Palermo. Ed ancora, la Palermo-Trapani, oggi a “scartamento ridotto”.

Non si accenna nemmeno, nei programmi delle opere pubbliche, alla necessità di velocizzare il collegamento tra il sud-orientale della Sicilia al capoluogo di regione. Cioè, la via di comunicazione che, partendo da Modica, attraversi Ragusa -Vittoria- Gela per innestarsi al nodo autostradale e ferroviario di Caltanissetta. Oggi per raggiungere Palermo da Modica, con gli autobus di linea, occorrono da quattro a cinque ore, condizionate dal traffico automobilistico.

Altro campo in cui intervenire è quello del restauro del patrimonio artistico, punto di forza e di attrazione del turismo; una miniera d’oro, quest’ultimo, per l’economia isolana se l’intero settore fosse attenzionato come primario “canale industriale”.

Ci fermiamo qui, riproponendoci di tornare su altri argomenti che attengono al rilancio dell’economia regionale.

La “Sicilia… felicissima”, quella della lontana dominazione araba, che, nel bene e nel male, diede impulso all’agricoltura, a talune opere di ingegneria idraulica e civile, ma anche artistiche, sino a pervenire alla genialità del regno di Federico II e di alcuni re normanni, che privilegiarono l’arte e la cultura, quella Sicilia ‘, dicevamo, ha scritto l’illustre storia della Trinacria. Le successive presenze politiche, i regimi succedutisi hanno interrotto i … sogni del popolo siciliano.

Oggi, ma non solo adesso, la Sicilia è patologicamente invasa da forte litigiosità politica, devastata dall’ambizione del potere, da isole di corruttela, da privilegi concessi alle caste, dall’abisso reddituale tra ricchi e poveri. Tutto ciò si riversa sulle classi più deboli e sui senza lavoro. In parecchi intraprendono la strada dolorosa dell’emigrazione.

Onestà, impegno politico al servizio dei siciliani, crescita culturale e di educazione civica sono, tra l’altro, fondamentali valori per allontanare la piaga della presenza mafiosa, sempre attenta a lucrare sulla pelle della comunità.

GAETANO ZINGALES

Perché sono “orgoglioso” di vivere in un’Italia che sta affondando

SE LA GENTE DEL NOSTRO PAESE, OGGI, FISCHIA L’INNO NAZIONALE UN MOTIVO CI SARA’. PERCHE’ NON PROVIAMO A CHIEDERCELO?

di Ignazio Coppola

Sono orgoglioso di essere italiano e cittadino di un Paese dove per disputare la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina le forze dell’ordine, in uno stadio divenuto ostaggio dei teppisti, sono state costrette a “trattare” con un certo “Genny ‘a carogna”, noto figlio di un capo camorrista.

Sono orgoglioso di essere italiano in un Paese dove negli stadi è ormai in uso fischiare l’inno di Mameli scandalizzando gli ipocriti e i benpensanti che non si chiedono perché questo avviene. Ci sarà alla fine un motivo perché negli stadi – e non solo in quello di Roma – decine di migliaia di spettatori come tanti altri italiani, fischiandolo, non si riconoscano più in questo inno di ispirazione massonica?

Tali, infatti, sono le origini di questi inno e quelle del suo autore Goffredo Mameli, perché non si riconoscono più in questa Italia, glorificata dal suo inno nazionale, corrotta e alla deriva e alla mercé di politicanti senza scrupoli.

Non viene il dubbio, a questi signori perbenisti e tradizionalisti, che si scandalizzano tanto, che il motivo di questa crisi di rigetto sia dovuta al fatto che gli italiani non ne possono più e scaricano la loro rabbia su tutto e su tutti compreso lo stesso inno nazionale ?

Sono orgoglioso di essere italiano per il fatto che, come è avvenuto allo stadio Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia, le trattative tra Stato, mafia e camorra sono state, come c’è stato dato da vedere e sapere dalle inchieste della magistratura, ormai elette a sistema. Trattative contro cui si sono schierati e per cui sono morti tanti onesti servitori dello Stato. Per tutti il giudice Paolo Borsellino, fermo oppositore di ogni tipo di trattativa e per cui ha sacrificato la sua vita.

Sono orgoglioso di essere italiano e cittadino di un Paese dove bisogna a qualsiasi “costo” acquistare, non si sa perché – mentre il Paese è ridotto sul lastrico e centinaia di imprenditori si suicidano e gli italiani non sanno come sopravvivere – i cacciabombardieri F-135 della Lockheed Martin, non per difendere il Paese dalla miseria, ma da ipotetici nemici che non esistono. Per scoprire, alla fine, che questi F-35 l’Italia li acquista solo per far guadagnare soldi a palate ai mercanti d’armi americani

Sono orgoglioso di essere italiano in un Paese dove il Presidente del Consiglio viene ormai eletto da tempo, calpestando la democrazia, non più dal popolo che non ha più voce in capitolo – e vedi al proposito anche le leggi elettorali Porcellum o Italicum che siano – ma per ‘decreto’ del Presidente della Repubblica.

Sono orgoglioso di essere italiano e di vivere in un Paese dove, condizionando il Parlamento, comandano esclusivamente le lobby dei petrolieri, dei biscazzieri e dei banchieri. Un Paese biscazziere che si regge, (tra casinò, bingo, macchinette mangiasoldi, gioco del lotto, super Enalotto, 10 al lotto, ippica, totocalcio, calcio scommesse, gratta e vinci, infoline, video poker,) sul gioco d’azzardo con un incasso annuo per lo Stato di circa 70 miliardi di euro e la creazione – e questo è quello che è più drammatico ed ignobile – di più di 2 milioni di ludopatici e con la conseguente rovina di migliaia e migliaia di famiglie.

A questo si è ridotto lo Stato italiano, con buona pace dell’etica e della morale che dovrebbero essere alla base di uno stato progredito, democratico e moderno.

Sono orgoglioso di essere italiano e di vivere in un Paese dove molti politici si definiscono vittime e martiri della magistratura come Silvio Berlusconi Luigi Lusi, Francesco Belsito, Marcello Dell’Utri, Cesare Previti, Giuseppe Scopelliti, Roberto Formigoni e compagnia cantando che, a loro dire, hanno speso la loro esistenza sacrificandosi, per il bene comune e l’interesse del Paese e, per tutto ringraziamento, sono stati , sempre a loro dire, infamati e ingiuriati dai magistrati con sentenze “mostruose”.

Avendo coscienza di tutto questo è anche di altro, come non si può non essere orgogliosi di essere italiani e cittadini di questo Paese e speranzosi che, a risolvere i problemi degli italiani, che oggi non possono nemmeno arrivare alla fine del mese, saranno alla fine gli 80 euro mensili promessi in busta paga. Un giusto riconoscimento al nostro orgoglio di essere italiani e cittadini di questo Paese. Altro che elemosina come sostengono i gufi, facili detrattori del “rottamatore” per vocazione e nostro “emerito” presidente del Consiglio Matteo Renzi.

da LinkSicilia: <http://www.linksicilia.it/2014/05/perche-sono-orgoglioso-di-vivere-in-unitalia-che-sta-affondando/>

Tusa, presentazione del sito Internet della Fondazione intitolata a Carmelo Battaglia

Palermo, 4 maggio 2014 – Sarà presentato sabato 10 maggio alle ore 16,30 a Tusa, presso l’Oratorio del Santissimo Sacramento in piazza Giuseppe Mazzini, il sito Internet della Fondazione socialista antimafia “Carmelo Battaglia”, intitolata al sindacalista socialista ed assessore comunale tusano, ucciso dalla mafia quarantotto anni fa, il 24 marzo 1966. Interverranno il sindaco di Tusa Angelo Tudisca, il presidente della Fondazione Antonio Matasso, il presidente del consiglio comunale di Santo Stefano di Camastra Carmelo Re, Alfonso Fratacci di Anpi Nebrodi ed Angelo Morello, autore di un volume su Battaglia.
Previsti i messaggi di saluto del senatore Emanuele Macaluso, segretario regionale della Cgil al tempo della repressione del movimento contadino, e di Valdo Spini, già vice segretario del Psi e ministro della Repubblica. Secondo Matasso, «il sito web della Fondazione sarà uno strumento perché il patrimonio delle lotte contadine e popolari nei Nebrodi ed in Sicilia, a cui hanno contribuito in modo determinante compagni socialisti come Carmelo Battaglia, possa essere conosciuto anche dalle nuove generazioni, perpetuando le ragioni di un impegno militante contro la mafia».

 

Tipologia di adesione