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IL MIO NOME E’ GIORGIO AMBROSOLI | PSS – Partito Socialista Siciliano
Partito Socialista Siciliano (PSS)

IL MIO NOME E’ GIORGIO AMBROSOLI

IL MIO NOME E’ GIORGIO AMBROSOLI.
Quella sera a Milano l’aria era molto pesante. Giugno era appena cominciato ma c’era freddo. Il telefono squillava a casa dell’avvocato Giorgio Ambrosoli. Una casa borghese, come tante altre, in un quartiere borghese. La mano sicura del giovane avvocato aveva alzato quella cornetta tante volte. Ascoltando quella voce terribile che lo minacciava di morte, tutte le sere, da sei mesi. Tre lampi di luce illuminarono la strada deserta, tre proiettili che posero fine ai sentimenti, all’amore verso la famiglia e ai progetti di un uomo che credeva fosse possibile una Italia migliore.
Conobbi Giorgio Ambrosoli quasi per caso, quando non era ancora liquidatore della Banca Privata. A margine di un convegno sul “nuovo” Diritto fallimentare, mi avvicinai per chiedergli qualcosa che oggi, per la verità, non ricordo più. Mi rispose con un sorriso modesto e con umiltà mi consigliò un libro non suo, ma di un altro avvocato.
Una mattina, a Milano, i clienti della Banca Privata trovarono le saracinesche abbassate ed un cartello che suonava derisorio: “ Chiuso per rapina.”
In realtà la rapina l’aveva commessa Michele Sindona in combutta con gli altri componenti il consiglio di amministrazione. Il denaro dei risparmiatori era servito per finanziare le campagne elettorali di Giulio Andreotti, traffico di armi e innominabili business con l’Istituto Opere Religiose. Sarcinelli, l’allora governatore della Banca d’Italia, nomina Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata. Giorno per giorno, ricostruendo la vera situazione contabile, Giorgio Ambrosoli si rese conto di aver messo le mani in covo di serpenti velenosi. Mafia, partiti, massoneria deviata, servizi segreti vaticani iniziarono a preoccuparsi. Quell’uomo era immune da ogni tentativo di corruzione e non si faceva abbindolare da malcelate offerte di un seggio in Parlamento. Sindona decide: Ambrosoli deve morire. Sepolto Giorgio Ambrosoli, il Parlamento con i voti della DC e del Partito Comunista, approvò una legge con la quale in sostanza si faceva gravare sugli italiani il “disavanzo di gestione” multimiliardario della Banca Privata di Michele Sindona.
I risparmiatori furono rimborsati al cinquanta per cento. La rimanente parte entrò nelle casse dei partiti.
Vincenzo Marrone.


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